Cinema e videogaming trame da film

Cinema e videogaming: trame da film

Quando si associano film e videogiochi, in genere il rapporto è quello dell’adattamento: che si tratti di film tratti da videogiochi, o di videogiochi ufficiali di film, alla base c’è sempre uno dei due prodotti che precede e ispira il secondo.

Tale rapporto bilaterale, come dimostrano gli innumerevoli esempi in entrambi i sensi, è perfettamente funzionante; anzi, forse fin troppo. È talmente funzionante, in effetti, che tende a oscurare una realtà che non sfugge invece a chi osservi più da vicino determinati videogiochi: questi, sempre più spesso, presentano trame praticamente cinematografiche.

Non si tratta di una novità, sia chiaro: le esperienze single player narrative sono da sempre una parte importantissima del mondo videoludico, ancora oggi insostituibile nonostante la predominanza di titoli cooperativi e multiplayer. Ma il livello di scrittura delle trame videoludiche, spesso considerate poco più che accessori a grafica e gameplay, si rivela in molti casi in grado di rivaleggiare con le sceneggiature cinematografiche: non è un’esagerazione affermare che, talvolta, si potrebbe convertire un videogioco in film senza interventi di rilievo sulla trama videoludica.

Si può considerare come esempio The City of Lost Heaven, primo capitolo della trilogia di Mafia, uscito nel 2002 e con un recente remake del 2020. La trama, che presenta collegamenti con i titoli successivi e si estende così fino agli anni ’50 e ’70, è ambientata negli Stati Uniti del proibizionismo: segue le vicende di un tassista che, entrato a far parte di una famiglia criminale italoamericana, diviene poi testimone di giustizia. La narrazione a capitoli, calata in un open world solo apparente, si svolge secondo i temi classici dei gangster movie, e non sarebbe azzardato immaginare una sua conversione cinematografica inserirsi in un filone che conta già capolavori come Il Padrino o Gli Intoccabili.

Si può pensare anche a Red Dead Redemption 2, uscito nel 2018 e prequel del primo titolo, uscito nel 2010. La trama segue gli antefatti del capitolo precedente, concentrandosi sui componenti di una banda fuorilegge nel Far West del 1899: in un periodo dove la frontiera cede sempre più il passo alla civiltà, e dove i banditi hanno ormai perso l’alone romantico da Robin Hood, il protagonista vive il conflitto tra la fedeltà ai suoi compagni e la consapevolezza di non poter continuare lo stile di vita da loro sempre condotto. Una trama già di per sé stratificata, nella quale persino le attività secondarie non sfigurerebbero in una trasposizione cinematografica. Il blackjack, che si è dimostrato estremamente versatile sia come intrattenimento online che come soggetto cinematografico, compare nel titolo come minigioco secondario: trasporne sul grande schermo una qualsiasi partita legandola alla trama non risulterebbe certamente una forzatura, a ulteriore dimostrazione della sua piena integrazione nel contesto della narrazione e ambientazione videoludica. Il genere western d’altra parte ha sempre rappresentato un caposaldo del cinema, rispolverato anche negli ultimi anni.

Se poi il collegamento fra cinema e supereroi richiama principalmente i successi cinematografici dell’ultimo decennio firmati Marvel, non bisogna dimenticare come anche nel videogaming i supereroi siano stati protagonisti di trame decisamente cinematografiche. È il caso di Marvel’s Spider-Man, del 2018, ambientato in un universo narrativo videoludico indipendente: nell’avventura l’Uomo Ragno deve confrontarsi con una minaccia originale, sebbene affiancata da personaggi storici come il Dottor Octopus e i Sinistri Sei. Merita menzione anche Batman Arkham Origins: spin off della serie Arkham, uscito nel 2013, mostra gli esordi di questo Batman videoludico. La trama si dipana interamente durante la vigilia di Natale, mostrando la genesi di Joker come nemico e parallelo del protagonista. In entrambi i casi si tratta di sceneggiature che non sfigurerebbero in un film dei rispettivi personaggi, arricchendo un genere che già conta numerosi adattamenti per entrambi gli eroi. Vale infine la pena ricordare Days Gone, titolo del 2019 che si inserisce nell’abusato genere dei videogiochi a tema zombie. Ciononostante, si rivela in grado di spiccare tra questi proprio per il suo approccio narrativo: il protagonista è membro di un club di motociclisti, impegnato a sopravvivere in un mondo senza più regole e dedito alla ricerca della moglie scomparsa, che rifiuta considerare possa essere morta. Anche in questo caso, e nonostante la ricchezza anche cinematografica del genere, la storia potrebbe tranquillamente passare sul grande schermo: i temi esplorati, arricchiti da particolarità come il passato del protagonista e le indagini circa l’epidemia zombie, renderebbero la trama un’esperienza godibile anche al cinema, pur spogliata da ogni elemento di gameplay.