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Open Grave: Recensione del film al cinema

Open Grave inizia in pieno stato confusionale, un uomo si risveglia in una fossa, in piena notte di lampi, tuoni e pioggia e non sa come ci sia finito dentro: da quanto tempo è lì dentro? Ben troppo, le sue articolazioni atrofizzate la dicono lunga, al suo fianco una pistola e un accendino, quale una volta usato svela il primo ricordo, Jonah (lo Sharlto Copley di District 9 e del nuovissimo Elysium) è su un mucchio di cadaveri.

Cosa fareste voi se vi svegliaste senza ricordi?

Il film, dopo che il protagonista grazie all’aiuto di una ragazza cinese (muta) riesce ad uscire dalla fossa, procede come un grosso mal di testa, con sempre le stesse domande in testa, Jonah incappa in una baita e cinque sconosciuti al suo interno che, come Jonah, non hanno la minima idea di dove o chi siano e non hanno neanche idea di cosa sia accaduto all’ambiente desolato che li circonda. Nell’urgente necessità di risposte e cibo, il gruppetto inizia a farsi prendere dal panico e, rivoltandosi gli uni contro gli altri, tentano di ricostruire i fatti che li hanno condotti in quella situazione. A corto di risposte e di tempo, Jonah e i suoi compagni avvertono che per sopravvivere in quella landa desolata devono decifrare l’inspiegabile ostilità racchiusa nelle tenebre di quel paesaggio abbandonato. Che luogo è quello e cos’è successo a tutti loro?

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Il film in realtà è abbastanza vecchiotto, si vociferava di una prima uscita tre anni fa, ma già nel 2006 era tutto pronto, la sceneggiatura a cura dei fratelli Chris e Eddie Borey fu reputata quasi criminale, tuttavia del genere Open Grave non è certo nuovo, molti sono i film che iniziano con passati da scoprire, seppur diversi nella tematica abbiamo visto gente sepolta viva (Buried interamente girato in una cassa da morto) oppure lo strabiliante The Jacket del 2005 (gli anni d’ispirazione amnesica combaciano perfettamente).

joseph-morgan-open-grave-still[1]Open Grave tuttavia è un film di larghe vedute, riesce ad imbambolarci per i suoi 102 minuti di suspance, con sempre nuovi dettagli da scoprire, chi è dunque il cattivo? Chi è stato a fare quei buchi sulle loro braccia? Esperimenti umani? Non vi spoilero nulla, ma la prima regola del film è proprio questa: non fidarti di nessuno, poiché nemmeno di te stesso puoi fidarti.

Dal regista spagnolo Gonzalo López-Gallego viene confezionato un film Thriller a tinte Horror, pronto con un cast internazionale (appunto Copley ma anche Josie Ho, Thomas Kretschmann, Joseph Morgan, Erin Richards e Max Wrottesley). In Open Grave si parla di sociale, negli innumerevoli flashback contenuti nel film ci saranno piccoli tasselli di puzzle da comporre, per avere una visione chiara e nitida della situazione, c’è una corsa contro il tempo, in casa c’è un calendario, il giorno 18 è dopodomani, ma cosa accadrà?

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In tutti i modi si è cercato di sfruttare quel poco budget che il film indipendente ha disposto fino ad ultimazione riprese. Nei boschi ungheresi si è dato vita ad una pellicola puramente degli anni 2000, basti pensare ai mitici thriller quali Saw e The Village, puntando tutto sul fattore stupore, legando lo spettatore alla sedia fino agli ultimi pezzi flashback del puzzle, che a pochi minuti dalla fine rivelano il vero motivo di tutto ciò.
Un film tutto sommato scorrevole e piacevole, non stellare,  ma migliore di molti film visti recentemente al cinema, un consiglio: chiudete il pc, non guardate nemmeno il trailer, andate al cinema e gustatevi il film.

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