Rocco Siffredi risponde a Gruber e difende il porno: “Non è lui a generare violenza, ma la società”

L'attore e regista hard argomenta che il porno non alimenta la violenza, ma è piuttosto un riflesso delle sfide della società moderna

Negli ultimi tempi, un dibattito acceso ha coinvolto l’opinione pubblica sulla possibile correlazione tra la diffusione del porno online e l’aumento dei casi di violenza contro le donne. Un’ipotesi discussa da alcuni giornalisti e sostenuta da una parte della società. Tuttavia, l’attore e regista hard Rocco Siffredi si è pronunciato in modo deciso contro questa teoria, sottolineando che il problema non risiede nella pornografia, ma piuttosto nella società e nell’educazione.

Porno e Violenza: Rocco Siffredi Difende l’Industria e Svela i Cambiamenti nel Mondo dell’intrattenimento

In un’intervista concessa all’Adnkronos, Siffredi ha commentato un articolo di Lilly Gruber apparso su 7, la settimana del Corriere della Sera, nel quale si individuava nella pornografia online un possibile responsabile dell’aumento della violenza contro le donne e degli stupri, in particolare quelli commessi da giovani.

Secondo Siffredi, la chiave per comprendere questo fenomeno è l’accessibilità indiscriminata al sesso e alla pornografia da parte dei minori. Egli sostiene che è essenziale fornire un’educazione sessuale adeguata ai giovani e anche un’educazione tecnologica per aiutarli a navigare in modo responsabile nella vastità del mondo online. Tuttavia, l’attore respinge l’idea che il porno inciti alla violenza contro le donne o alla strumentalizzazione del corpo femminile. Al contrario, sostiene che è la violenza radicata nella società contemporanea a riversarsi sul mondo del porno.

Rocco Siffredi, un veterano nel settore dell’industria del porno con quarant’anni di esperienza alle spalle, afferma di aver assistito a una trasformazione significativa nel mondo del sesso online. Quando ha iniziato la sua carriera negli anni ’80, le scene di sesso erano rappresentate in modo relativamente normale. Gli anni ’90 hanno visto l’introduzione delle prime scene di rapporti anali, ma la violenza era ancora marginale. È solo negli anni Duemila, con l’esplosione di internet, che la violenza ha iniziato a diffondersi.

In passato, gli attori avevano copioni e una narrazione dietro le scene di sesso. Oggi, invece, il porno è spesso basato sulla raccolta delle preferenze degli utenti, trasformando le piattaforme in banche dati che creano contenuti personalizzati in base alle richieste degli spettatori. Tra queste richieste, emergono scene di sesso sempre più estreme, come quelle dei gang-bang, in evidente crescita.

Siffredi suggerisce che questa tendenza rifletta un aumento della violenza nella società. Alcuni registi, purtroppo, sembrano non preoccuparsi del benessere delle attrici, ricorrendo a soluzioni estreme come l’anestetizzazione per consentire scene di sesso più forti. Tuttavia, l’attore avverte che questa pratica ha effetti negativi sulla coscienza dei giovani, lasciati soli a gestire un mondo online che spesso non comprendono appieno.

Siffredi conclude che i video porno non dovrebbero mai sostituire un’adeguata educazione sessuale. Purtroppo, nella società attuale, spesso è proprio questo che accade, e questo fenomeno va affrontato con responsabilità.

In conclusione, Rocco Siffredi, con la sua esperienza nel settore, offre una prospettiva unica sulla relazione tra pornografia e violenza. Egli sottolinea l’importanza di una educazione adeguata per i giovani e critica la deriva del mondo del porno verso contenuti più estremi. La sua posizione apre un dibattito importante sul ruolo della società e dell’educazione nella comprensione di questo complesso problema.