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Mediaset: con l’addio di Silvio, Vivendi potrebbe fonderla con Telecom

La Borsa reagisce all'annuncio della morte di Silvio Berlusconi, aprendo a speculazioni sul futuro di Mediaset e della famiglia Berlusconi.

Nel giorno della scomparsa di Silvio Berlusconi, i titoli di Mediaset for Europe hanno registrato un significativo incremento in Borsa. Gli investitori hanno subito ipotizzato la possibilità di sconvolgimenti all’interno del gruppo televisivo fondato dal Cavaliere o persino la decisione di vendere l’azienda. La holding olandese quotata a Piazza Affari ha visto un balzo del 10% all’inizio della giornata, ma ha ridotto i guadagni nella seconda parte della seduta. Nello specifico, la categoria A ha registrato un aumento del 5,86% a 0,5 euro, riducendo la differenza rispetto all’azione di categoria B (+2,32% a 0,70), alla quale sono assegnati 10 diritti di voto. Tuttavia, le altre aziende del conglomerato Berlusconi, come Mondadori (+1,54%) e Mediolanum (+0,39%), non hanno subito speculazioni simili.

Scomparsa di Silvio Berlusconi: Titoli Mediaset in Rialzo, Possibili Sconvolgimenti nel Gruppo Televisivo

Le prime speculazioni sono state prontamente smorzate da una nota ufficiale emessa dal quartier generale di Fininvest nel primo pomeriggio. La nota tende a rassicurare gli investitori sull’operatività continua e sulla continuità del gruppo, affermando che il genio imprenditoriale, la creatività di Silvio Berlusconi, la sua integrità morale e la straordinaria umanità sono sempre stati l’essenza delle aziende del gruppo e continueranno a esserlo.

Vivendi potrebbe fondere Mediaset con Telecom

Da due anni a questa parte, Fininvest ha stretto un accordo con la società francese Vivendi per il controllo di Mediaset. Dopo una lunga battaglia legale scaturita dall’acquisizione ostile di Vincent Bolloré nel 2016, che ha portato il suo pacchetto azionario poco sotto il 30% del capitale, le parti hanno trovato un accordo. In base a tale accordo, Fininvest ha acquisito dal gruppo Vivendi il 5% delle azioni di Mediaset, portandosi a ridosso del 50% di controllo. La sede è stata spostata in Olanda, e Vivendi si è impegnata a vendere le restanti azioni se il prezzo del titolo fosse rimasto sopra determinate soglie. Tuttavia, negli ultimi due anni, la quotazione di Mediaset è continuata a diminuire e Vivendi ha mantenuto la maggior parte delle azioni nel suo portafoglio. Attualmente, il gruppo francese detiene ancora circa il 23% di Mediaset. Tecnicamente, il Biscione non è scalabile, ma è sempre possibile che, di fronte a un’offerta di acquisto significativa, Fininvest, controllata dai cinque figli di Berlusconi, decida di cedere il controllo dell’azienda. Durante la lunga battaglia legale, i figli Marina e Pier Silvio si sono opposti strenuamente all’acquisizione ostile di Bolloré, indicando che la strada verso un cambio di proprietà potrebbe essere difficile. Inoltre, Bolloré e il suo braccio destro, Arnaud de Puyfontaine, sono impegnati in un’altra battaglia, questa volta con il governo, per il controllo di TIM. Gli sviluppi recenti suggeriscono che il governo guidato da Meloni sia orientato a ridimensionare il ruolo di Vivendi in Italia anziché consentirne una crescita, magari attraverso l’acquisizione di Mediaset. È anche importante sottolineare che la fusione tra Telecom e Mediaset è stata sempre una questione fondamentale per Vivendi, nel tentativo di trovare una svolta per le due storie italiane in cui è coinvolta.

Un’altra possibile soluzione per Mediaset, di cui si è parlato nelle settimane precedenti, riguarda l’ipotesi che Urbano Cairo, editore della Rcs e de La7, nonché stretto collaboratore di Berlusconi, stia cercando di mettere insieme un gruppo di investitori per acquisire Mediaset. Questa soluzione sarebbe interamente italiana ma potrebbe incontrare ostacoli normativi (supererebbe il 20% del Sistema Integrato delle Comunicazioni) e probabilmente anche politici. Tuttavia, affinché una di queste possibilità si concretizzi, è necessario che i figli Berlusconi si dichiarino venditori, e al momento le loro dichiarazioni sono contrastanti.

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