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Festival Sitges 2014 – i premi: trionfa Julianne Moore

Sitges 2014 - premi Si conclude oggi la kermesse catalana dedicata al cinema fantastico e ambientata nella cittadina di Sitges e tanti sono stati i premi consegnati.

Se l’Italia ha guadagnato “solo” il prestigioso premio Macchina del Tempo per Franco Nero, dedicato alla sua lunga e prolifica carriera (oltre 190 film), le altre nazioni si sono spartite più o meno equamente il resto dei riconoscimenti.

Sorprende piacevolmente vedere Julianne Moore aggiudicarsi, bissando l’esperienza  di Cannes, il premio come migliore attrice in Maps to the Stars di David Cronenberg. Sembra proprio un anno fortunato per la brava e bella attrice americana, che fra pochi giorni  calcherà il red carpet del Festival del Cinema di Roma per presentare il suo ultimo film (Still Alice) in cui la vedremo in un’interpretazione ad alta probabilità di  Oscar.

Sitges 2014 Julianne MooreContinua ad entusiasmare, nel frattempo , l’ eccentrica performance  nello psico-dramma cronenbergeriano, nel quale interpreta una nevrotica attrice sull’orlo del fallimento professionale e personale…immagine che sembra essere molto distante dalla realtà attuale di Julianne.

Di seguito, ecco il resto dei premi consegnati al Sitges per quanto riguarda la sezione principale del concorso – Oficial Fantàstic:

Miglior film: I Origins, drammatico fantascientifico dello statunitense Mike Cahill;

Premio speciale della Giuria: The Babadook, horror australiano di Jennifer Kant;

Miglior regia: CUB, horror belga di Jonas Govaerts;

Miglior attore: Natan Philips per These  Final Hours (ancora una pellicola australiana) di Zak Hilditch e Koji Yakusho per The world of Kanako;

Miglior attrice: (oltre alla già citata Julianne Moore) Essie Davis per The Babadook;

Miglior sceneggiatura: lo sci-fi  Young Ones, dello statunitense Jake Paltrow;

Miglior fotografia: il drammatico americano Jamie Marks is dead, di Carter Smith;

Migliori effetti speciali: The Signal, di William Eubank (USA);

Miglior cortometraggio: Oscar Desafinado (finalmente Spagna), di Mikel Alvariño.

Articolo di Virginia Campione

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