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Veloce come il vento: incontro con Stefano Accorsi e il regista Matteo Rovere

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Si è tenuta presso la Terrazza Martini di Milano, la conferenza stampa del nuovo film di Matteo Rovere Veloce come il vento. In uscita il 7 aprile, prodotto da Domenico Procacci, Fandango e Rai Cinema, il film racconta della passione per i motori che scorre da sempre nelle vene di Giulia De Martino, ragazza giovanissima, che viene da una famiglia di campioni di corse automobilistiche. Anche lei è un pilota e a soli 17 anni sfreccia sulle piste del Campionato GT per vincere! Ma a complicare la sua vita interverrà uno sfortunato evento e il ritorno di Loris, fratello totalmente inaffidabile.

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Veloce come il vento dimostra come ottenere un ottimo film grazie ad una grande passione, professionalità, script ben strutturato, un cast ricercatissimo che funziona e un bravissimo e talentuoso regista.

A promuovere il film erano presenti Stefano Accorsi, Matilda De Angelis e il regista Matteo Rovere, che con chiara passione per il loro film hanno conversato a lungo con la stampa in modo esaustivo e simpatico.

Quanto è stato difficile, ma anche divertente, fare le riprese nei circuiti di corsa?

Matteo Rovere: Sì, è stato faticoso, nel senso che le riprese realizzate dal vero sequenze action ad alta velocità fatte senza l’utilizzo di effetti speciali, quindi con una modalità un po’ analogica, un po’ se vogliamo europea di fare action. Quindi ho pensato un po’ a film che mi hanno divertito quando avevo 18 anni tipo Ronin. Sai, quel tipo di cinema che fa dell’azione raccontata realmente nel dettaglio una sua caratteristica emotiva adrenalinica, cioè ti arriva addosso una componente della storia. E quel tipo di racconto estetico in Italia non si fa non si è mai fatto nonostante noi di fondo siamo un popolo dove il racconto dell’automobile fa parte del nostro quotidiano. E io ho pensato di divertirmi facendo un film che parla di questo, di auto e agonismo.

Le riprese sono state complicate, abbiamo anche costruito dei mezzi tecnici fatti appositamente per noi per le riprese ad alta velocità, che sono stati utilizzati solo per questo film e poi smontati alla fine delle riprese. E ora spero che il risultato porti lo spettatore dentro quell’universo e gli faccia vivere con gli occhi quello che abbiamo vissuto noi facendolo.

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Stefano, come ti sei trovato a interpretare un ruolo così particolare e diverso rispetto ai soliti?

Stefano Accorsi: Loris di Martino è sicuramente un personaggio forte, come ne capitano pochi in generale. Quando ho letto il copione ho letteralmente fatto un balzo sulla sedia, non ci potevo credere che ci fosse un copione così. Intanto ben scritto, ma molto ben scritto, ed era ancora una delle prime stesure, perciò ne sono rimasto colpito. In più, su queste tematiche, cioè mondo delle corse di auto, però con dei personaggi così forti e profondi. La sfida era grande, però era proprio quello il divertimento. Affrontare un personaggio come Loris mi ha dato modo di esplorare cose che hanno a che fare con le mie radici, mi riferisco alle mie origini romagnole, alla passione per le automobili, ma è anche un personaggio che mi ha portato in luoghi che difficilmente si esplorano, sia dal punto di vista fisico, psicologico ed emotivo. Per entrare nei panni di Loris ho dovuto lavorare molto di sottrazione, per avere un aspetto emaciato, ho perso 11 kg, allungato i capelli e col trucco ingiallito i denti. Un lavoro faticoso ma che mi ha pienamente appagato.

Posso dire che per la mia esperienza, la parola chiave che accosterei a questo film è accuratezza, nella scrittura, accuratezza minuziosa di regia, accuratezza nella scelta di Matilda. Matteo ha provinato quasi 500 ragazze prima di sceglierla. Sono queste le cose che fanno la differenza. E poi la guida delle macchine, andare in pista, respirare quel mondo; abbiamo girato in concomitanza con il campionato GT. Quindi noi tutte le settimane giravamo le scene normali e nei week-end andavamo nelle varie piste, da Imola al Mugello o Monza a riprendere le vere gare.

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Molti si sono stupiti di come si ossa fare un tipo di film simile anche in Italia, cosa ne pensate?

Stefano Accorsi: Questo è un film profondamente italiano, radicato nella provincia italiana che parla la lingua dei motori, cioè l’Emilia Romagna. Dove le macchine sono il pane quotidiano. Sicuramente Matteo ha fatto questo film con il gusto di raccontare, che è quel gusto del brivido. La famiglia è il vero nucleo di questo film, ed è una storia molto italiana.

Matilda, tu sei una cantante, come ti sei trovata a lavorare in questo film? Com’è stato rispetto a cantare?

Matilda De Angelis: È un’altra cosa, comunque si ha a che fare con la propria emotività le proprie emozioni, è un altro tipo di comunicazione. Io canto da quando ero molto piccola, quello era il mio pane quotidiano, mentre la recitazione è stata una scoperta. È soprattutto questo film, è stato come imparare a nuotare venendo buttati nell’oceano aperto, perché non è un film semplice. Sono entrambe due cose molto belle, il recitare e cantare sono due mondi diversi ma molto più vicini di quanto sembri.

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