Perché Hollywood sta investendo così tanto in adattamenti videoludici e film biopic?

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Gli adattamenti videoludici (ossia, i film ispirati e riadattati a partire dai videogiochi) e i film biopic (cioè quelli che si ispirano alla storia di personaggi realmente vissuti) sono una delle tendenze del momento. Hollywood sta investendo fortemente nella produzione e diffusione di questi contenuti.

Ma come mai stiamo assistendo a questo fenomeno? Ci sono delle ragioni che vanno considerate? E come si evolverà l’industria a tal riguardo?

Ebbene, il presente articolo parlerà proprio di questo argomento.

Le dimensioni del fenomeno

Per fare alcuni esempi che inquadrano meglio il fenomeno, citiamo una serie di film:

  • biopics: Oppenheimer (film da premio Oscar), Bohemian Rhapsody, Quei Bravi Ragazzi, Back to Black, The Wolf of Wall Street e Napoleon sono tutti rielaborati a partire dalla biografia di personaggi importanti realmente vissuti;
  • adattamenti videoludici: Borderlands, Sonic: il Film, Minecraft, The Legend of Zelda, Return to Silent Hill, Pokémon: Detective Pikachu, Death Stranding, Metal Gear Solid e molti altri ancora.

Effettuando una veloce ricerca su Internet, è possibile notare immediatamente molti risultati: troviamo decine e decine di nomi da sfogliare, scoprire e vedere. Ma non sono solo film: anche le serie TV sono un terreno particolarmente fertile per questo genere di riadattamenti. Basti pensare alla serie di The Last of Us con Pedro Pascal, che ha raccolto un buon feedback anche da parte della community di videogiocatori, notoriamente molto più critica nei confronti dei riadattamenti.

Oggi, sembra che questi riadattamenti e biopic siano sempre più frequenti. Forse è un periodo in cui i produttori cinematografici non sanno più cosa proporre? Può darsi. Ciò sarebbe dovuto alla complicità dei servizi di informazione e intrattenimento di cui godiamo oggi: tra piattaforme on demand, servizi di streaming e molto altro ancora, ciò che ha successo da una parte viene spesso riproposto da un’altra, con l’obiettivo di conquistare una fetta di utenti maggiore.

Insomma, questa strategia crossmediale è sicuramente uno dei motivi per cui vengono proposti così tanti remake. Ma siamo sicuri che il fenomeno sia realmente così nuovo?

I remake nella storia: dagli anni ‘90 in poi

Ebbene, la risposta è no. La storia ci mostra chiaramente che i remake sono stati fatti più volte nel corso dei decenni. A partire dagli anni ‘90, infatti, troviamo un riadattamento di Matrix in formato videoludico, ma anche molti altri nomi come Jurassic Park, Godzilla e Prince of Persia.

Diciamo che in passato era molto più frequente che da un film si facesse un videogioco, mentre oggi un nuovo titolo videoludico potrebbe tranquillamente diventare una serie TV o film.

Per non considerare poi le riprese “indirette” di celebri nomi che hanno fatto la storia dei film. Tra gadget di svariate tipologie, attività di svago delle sale da gioco presenti nei centri commerciali oppure nelle sale di casinò che cercano di offrire una varietà di giochi sempre più vasta, dove troviamo riadattamenti di nomi ispirati alle band, o ai personaggi dei film come il celebre dinosauro colossale della Zillard Slot, accanto ad altri titoli famosi, fiere e rappresentazioni teatrali live-action che riprendono i grandi classici dei film, giostre e montagne russe ispirate alle storie più famose… la creatività nel mondo dell’intrattenimento non ha confini.

Da una parte, questo è giusto e condivisibile: se un’idea è veramente azzeccata e ha saputo conquistare il cuore del pubblico, allora va più che bene riproporla in diverse salse. Si possono sempre trovare degli elementi di novità, magari con degli spin-off, nuove espansioni, analisi sui punti di vista differenti, leggende e fandom, e altro ancora.

A tal proposito, sarà interessante la presenza di Rebecca Ferguson nel film di Peaky Blinders, ambientato nella Seconda Guerra Mondiale. Questo nuovo scenario rappresenta certamente un elemento di nuova sfida alla famiglia Shelby, con dei risvolti potenzialmente interessanti per la trama e i suoi sviluppi.

Fin qui, insomma, tutto bene. Non è una sorpresa che, oggi, vengano riproposti ancora una volta dei contenuti che sono stati creati addirittura dalla seconda metà del Novecento. Tuttavia, c’è un grande problema che caratterizza l’industria dell’intrattenimento odierna.

Le sfide (e i problemi) dell’industria di oggi

Forse, la questione è che oggi non si sa più cosa proporre di nuovo. Sembra che le case produttrici abbiano quasi “paura” a voler lanciare dei concetti nuovi, fuori dai confini di ciò che è conosciuto e che sappiano sfidare l’utente a esplorare universi mai visti prima.

Sebbene qualche titolo interessante sia uscito negli ultimissimi anni, per la maggior parte dei film e dei videogiochi la solfa è sempre quella: o si fa uscire un nuovo titolo molto simile a quello precedente (sapendo che comunque otterrà un discreto successo al botteghino), oppure si ripropone semplicemente quello che già ha funzionato in passato.

Parliamo un momento di Ubisoft, la casa dello storico videogioco Assassin’s Creed: si parla di un remake di Assassin’s Creed Black Flag, bellissimo gioco pubblicato ormai un po’ di anni fa. E la domanda dei fan è: ma serve davvero un remake? E l’impressione è quella che Ubisoft stia raschiando il fondo del barile.

La vera sfida sarà, dunque, quella di riuscire a proporre qualcosa di nuovo e di potenzialmente rivoluzionario: insomma, qualcosa con lo stesso impatto che Star Wars ha avuto nell’industria e nell’immaginario collettivo degli appassionati della Settima Arte. Ma in effetti, c’è qualcosa capace di stupirci veramente?

La speranza è che nei prossimi anni si assista all’evoluzione di un desiderio di novità portata sul grande schermo.