Il Regista Leigh Whannell racconta l’ispirazione del Covid Dietro “Wolf Man”

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Leigh Whannell, regista e sceneggiatore, ha recentemente svelato che la sua nuova opera, Wolf Man, è stata fortemente ispirata da esperienze personali, in particolare dalla lotta di una persona a lui cara contro la sclerosi laterale amiotrofica (SLA) durante la pandemia di COVID-19. Whannell, che ha diretto il reboot di uno dei classici Universal Monsters, ha rivelato che l’idea del film è nata in un momento di grande difficoltà emotiva e sanitaria, mentre lui e la sua famiglia affrontavano il difficile periodo di isolamento dovuto alla crisi globale.

La Storia di “Wolf Man” e il Dolore Personale di Whannell dopo il COVID

Nel nuovo film, una madre e una figlia si trovano costrette a vivere un incubo quando il padre della famiglia inizia a trasformarsi in una creatura mostruosa e irriconoscibile. Whannell ha spiegato che l’idea per la trama è arrivata mentre viveva un’esperienza traumatica con un’amica che combatteva contro la SLA. “Questa malattia le ha rubato tutto”, ha raccontato Whannell. Ha aggiunto che la progressione lenta e implacabile della SLA, che inizia con difficoltà motorie per poi progredire fino alla paralisi e alla perdita della capacità di parlare, gli è sembrata un “incubo al rallentatore”. La combinazione di vivere l’incertezza della pandemia e vedere una persona cara affrontare una malattia degenerativa ha fatto emergere in Whannell il desiderio di esplorare queste emozioni nel suo film.

Un Film Come Salvavita per Whannell: La Lotta con la Depressione

Whannell ha parlato apertamente del fatto che la scrittura di Wolf Man è stata per lui un modo per affrontare una profonda depressione che minacciava di travolgerlo. “Il fulcro di questo film è il dolore, il dolore personale e il viaggio che si compie quando si attraversa tutta questa crisi”, ha spiegato. Secondo il regista, lavorare sul film lo ha aiutato a dare forma a ciò che stava vivendo nella sua vita privata, offrendogli una via di fuga creativa dalla sofferenza che lo stava attraversando. Ha sottolineato come il film sia diventato un’esperienza catartica, un’opportunità di trasformare il dolore in un’opera d’arte che potesse parlare universalmente di temi come la perdita e la sofferenza.

La Trama di “Wolf Man” e il Cast

Wolf Man racconta la storia di una famiglia che si rifugia in una fattoria isolata dopo essere stata attaccata da un animale invisibile. Man mano che il padre si trasforma in qualcosa di molto più spaventoso, la famiglia deve affrontare la realtà di un incubo che diventa sempre più tangibile. Il film è interpretato da Julia Garner, Christopher Abbott e Matilda Firth, che portano sullo schermo i complessi temi di dolore e trasformazione attraverso personaggi che lottano con la perdita e la paura.

Possibile Ritorno a “L’Uomo Invisibile” e “Insidious 3”?

Oltre a parlare di Wolf Man, Whannell ha anche accennato alla possibilità di un sequel di uno dei suoi film precedenti, come L’uomo invisibile o Insidious 3. Nonostante l’interesse per i sequel, Whannell ha chiarito che il suo cuore batte per i progetti originali. “Il mio primo amore sono i film originali”, ha dichiarato. Mentre non ha escluso completamente la possibilità di dirigere un sequel, ha sottolineato che per lui è fondamentale creare storie nuove e fresche, con personaggi che il pubblico non ha mai visto prima. Al momento, Whannell sta lavorando su una sceneggiatura originale, un progetto che spera possa riflettere la sua passione per il cinema autentico e innovativo.

Conclusioni: Un Viaggio Personale e Creativo per Leigh Whannell

Leigh Whannell ha trasformato un periodo di grande difficoltà personale in un’opera cinematografica che esplora temi universali come il dolore, la perdita e la metamorfosi. Wolf Man è quindi non solo un film horror, ma anche una riflessione profonda sulla fragilità umana. Con la sua capacità di miscelare emozioni personali con il genere horror, Whannell ci offre una visione unica del dolore e della resilienza. Resta da vedere se questo progetto sarà accolto dal pubblico come un capolavoro, ma sicuramente ha un legame emotivo profondo con il regista stesso.

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Fonte: bangpremier
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