Il brano, che anticipa l’uscita dell’album “Orbit Orbit”, segna il ritorno dell’artista pugliese con un’opera che unisce musica, introspezione e narrazione visiva. Un viaggio — reale, mentale e creativo — che diventa metafora della vita stessa.
“Io sono il viaggio”: il significato del nuovo singolo di Caparezza
Caparezza trasforma il concetto di viaggio in una riflessione poetica sul cambiamento e sull’identità. Il percorso non è mai lineare: tra partenze, soste e deviazioni, ogni esperienza diventa parte di una crescita continua.
Il testo intreccia citazioni letterarie — da Moby Dick a Il piccolo principe, da Phileas Fogg a Corto Maltese — in un mosaico culturale che riflette la curiosità eclettica dell’artista. Il viaggio diventa così il simbolo dell’evoluzione personale e artistica: non conta la meta, ma il cammino e ciò che si scopre lungo la strada.
Nelle sue parole, l’arte è la bussola che orienta tra tempeste e rotte incerte, una forza che spinge a cercare senso anche nei momenti di smarrimento. Caparezza racconta se stesso come mozzo e capitano, naufrago e viaggiatore, in un percorso fatto di cadute e rinascite.
Testo di “Io sono il viaggio”
(Go!). Lenti o rapidi mezzi. (Go!). 20 cambi o diretti.
(Go!). Stessa meta fatale, sì, ma itinerari diversi.
(Go!). Sogno un viaggio di Melville, (Go!) non un cargo di merci.
(Go!). La mia vita per Moby Dick e non per un paio di pesci.
Gattonando mi metto in piedi, come sugli stemmi il gattopardo.
Anche in alto mare l’arte è la polare, l’ho seguita per i cieli come un astrolabio.
Giovane Aldobrando, lascio casa e corro il mondo,
nel vagone dormo in corridoio, sono passeggero come il broncio.
Sogno e il punto di vista si allarga se dall’astronave mi sporgo.
Imparo che non c’è disfatta se posso premiare lo sforzo.
Come lo pterosauro di Arzach ho un personaggio sul dorso.
Voglio levarlo di dosso, voglio vagare nel cosmo.
Sopporto le attese, imparo ad amare il raccolto e il maggese…. Io, Corto Maltese che osserva i gabbiani dal porto in paese.
Ho capito che per ogni capolinea c’è un nuovo biglietto che fa capolino,
scriverò sul retro della cartolina:
Io sono il viaggio, sono il bagaglio, sono il distacco, sono il traguardo.
Io sono il viaggio, sono il bagaglio, sono il distacco, sono il traguardo.
Sono un naufrago sfinito, faccia nella sabbia,
le sirene ancora strillano la mia condanna.
Seguo croci sulla mappa di quest’audiogramma,
sono Atlantide che sta sprofondando sott’acqua.
Non lasciarmi qui per pietà, dammi ancora sfide e maree, Dio,
sia fatta la tua volontà ma fammi capire qual è.
Io sono stato i sandali del pellegrino, perso in un deserto come il Kalahari.
Sono stato sabbia lungo il mio cammino quando inaridivo come certi intellettuali.
Sono il mozzo e il capitano sul ponte, sono morto e poi rinato più volte.
Piccolo principe, giovane Holden,
sono il vecchio che va in mare e sfida ancora le onde.
E imploro Prometeo che mi riporti il fuoco, in fondo ho da riversare otri d’inchiostro.
Indosso i panni di Phileas Fogg e mi involo. Approdo per ripartire di nuovo.
Io sono il viaggio, sono il distacco. Io sono il viaggio, sono il traguardo.
Io sono il viaggio, sono il bagaglio. Sono il distacco, sono il traguardo.
“Orbit Orbit”: l’universo musicale e narrativo del nuovo progetto
“Io sono il viaggio” è il primo passo di “Orbit Orbit”, il nuovo album-fumetto di Caparezza, realizzato in collaborazione con Sergio Bonelli Editore. Il progetto fonde musica e narrativa visiva, costruendo un universo interplanetario dove ogni brano è una tappa di esplorazione — artistica, interiore e fantastica.
Il disco prosegue l’indagine esistenziale tipica del cantautore, ma la espande in una dimensione cosmica: l’artista viaggia tra pianeti e simboli, trasformando il suono in racconto e la parola in immagine. È un invito a riscoprire la curiosità, a lasciare che la rotta si disegni strada facendo.
Con “Io sono il viaggio”, Caparezza firma uno dei suoi ritorni più maturi e ispirati: un inno al movimento, alla scoperta e alla libertà creativa.
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