Contatore accessi gratis Brad Pitt: con "12 anni schiavo" spiego il razzismo ai miei figli
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Brad Pitt: con “12 anni schiavo” spiego il razzismo ai miei figli

Brad Pitt figli

Il film già favorito agli Oscar 12 anni schiavo, vanta di un co-produttore di alto livello: Brad Pitt. L’attore, che al momento è impegnato a Londra dove sta girando la sua nuova pellicola, Fury, durante una recente intervista, ha spiegato le ragioni che lo hanno spinto ad assumere la produzione della storia di Solomon Northup.

Un progetto sicuramente non facile, che va contro ogni forma di emarginazione sociale e discriminazione, e che tratta di un tema purtroppo ancora molto attuale, come dimostrano anche altre pellicole che usciranno prossimamente nei cinema italiani, Butler e Fruitvale Station.

Brad PittQueste lacerazioni ancora oggi corrodono le nostre vite” ha dichiarato Brad Pitt, sottolineando che, proprio per questa ragione, ha spiegato il tema del razzismo ai suoi figli in modo molto chiaro e semplice. Complice anche il fatto che spesso lui e tutta la sua numerosa famiglia sono spesso in Africa, non è stato difficile illustrar loro alcuni temi importanti, come l’apartheid, la segregazione e la fratellanza.

“La prima cosa che ho spiegato ai miei bambini, che erano con me e Angie (Angelina Jolie, ndr) mentre lo giravo in Louisiana, è stata: è tratto da una storia vera, è un grido per la sopravvivenza e la libertà. Perché si vendono schiavi ancora oggi”.

Brad PittNon solo, Brad Pitt ha incoraggiato tutti i genitori a confrontarsi con i figli senza aver timore degli effetti negativi che le discussioni possano avere: “È fondamentale parlare di questo con i nostri figli. Anche se per fortuna oggi a scuola bambini neri, bianchi o meticci crescono e studiano sugli stessi banchi. E nessuno scende dall’autobus se sale un bimbo nero”.

Riguardo al ruolo che interpreta nel film, l’attore ha ribadito il suo amore per il suo personaggio, il falegname canadese che costruisce insieme al protagonista una casa di legno. E gli regala la libertà. “A Toronto il pubblico applaudiva a scena aperta davanti a quella scena– ha concluso- Sono stato felice in quei momenti di consensi: non dobbiamo mai dimenticare questi valori”.

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