Aurelio De Laurentiis, il rinomato produttore cinematografico italiano nonché patron del Napoli, ha recentemente espresso le sue opinioni sullo stato attuale del cinema italiano durante la presentazione della seconda stagione di “Vita da Carlo,” che debutterà il 15 settembre su Paramount+.
Aurelio De Laurentiis: Il Cinema Italiano Tra Critiche e Sfide
Nel corso dell’evento, De Laurentiis ha condiviso le sue impressioni sul film “Oppenheimer,” definendolo “un tema così complesso, affrontato in quel modo per tre ore, che lo rivedrei altre tre volte.” Tuttavia, il suo entusiasmo per il cinema italiano ha incontrato delle sfide. Ha dichiarato: “Quale film italiano rivedreste altre tre volte? Nessuno, perché i film italiani sono molto brutti e mal scritti.”
Il produttore ha evidenziato l’importanza di tenere in considerazione le esigenze del pubblico nel processo creativo cinematografico. Ha affermato: “Durante la premiazione dei David di Donatello, ho sentito affermazioni vecchie e stantie, come quella che il cinema non deve tenere conto delle esigenze del pubblico. Ora, ho messo mano a 400 film e il pubblico è sempre stato il mio motore. Ho rinunciato a film che mi piacevano perché il reparto marketing mi diceva che venivano disattese le aspettative degli spettatori. Il cinema deve costruire un ponte con il pubblico, poiché ha una funzione sociale ed educativa che non può prescindere dal gusto.”
De Laurentiis ha sollevato anche la questione della critica cinematografica in Italia. Ha sottolineato: “C’è da sempre una distorsione nei critici, una prosopopea contro chi premia un film commerciale. Vittorio De Sica è un signore che faceva l’attore dei film popolari e allo stesso tempo ha vinto quattro Oscar da regista. Quando si guarda un film come ‘Matrimonio all’italiana’ o ‘Divorzio all’Italiana’ di Pietro Germi, si pensa: ‘che film!’ Non abbiamo il culto del nostro cinema, non difendiamo i nostri autori.”
Le parole di Aurelio De Laurentiis gettano luce su un dibattito in corso nel mondo cinematografico italiano, tra la necessità di creare film che soddisfino il pubblico e l’importanza di incoraggiare una critica cinematografica più equa e apprezzativa nei confronti del cinema nazionale. La sfida per il cinema italiano rimane quella di costruire un equilibrio tra queste due prospettive.