Il grande Daniel Day-Lewis è tornato! Dopo il ritiro post-“Il filo nascosto” del 2017, la sua presenza in Anemone è un evento. Il film, co-scritto e diretto dal figlio Ronan, lo vede anche co-autore e produttore esecutivo, oltre che protagonista nel ruolo di Ray Stoker. Molti si aspettano un “one-man show” vista la sua fama, ma Anemone è molto di più, e non solo per le brillanti performance di Samantha Morton e Samuel Bottomley o le immagini suggestive di Ronan Day-Lewis e Ben Fordesman.
Sean Bean: L’Anima Silenziosa di ‘Anemone’
Preparatevi: la vera arma segreta del film è Sean Bean. Il suo personaggio, Jem Stoker, è un tipo che parla poco, ma la sua interpretazione è l’emblema del “recitare è reagire”. L’alchimia tra i due fratelli, Ray e Jem, dà un peso incredibile ai lunghi monologhi di Daniel Day-Lewis. Prendiamo la confessione più straziante di Ray, quella del congedo disonorevole per la morte di un giovane irlandese: l’emozione è palpabile grazie alla reazione silenziosa ma potentissima di Jem, che assorbe il tutto con uno shock stoico mentre Ray crolla. È un contrappunto emotivo che fa vibrare la scena come nessun altro.
Un Tessuto Narrativo Profondo e Inaspettato
Ogni personaggio di Anemone è come una cipolla, con strati che si rivelano man mano. Jem, sebbene sulla carta possa sembrare più semplice, si rivela la roccia della turbolenta famiglia Stoker. Il suo viaggio per ritrovare Ray, la scelta di sposare Nessa (ex di Ray) e fare da padre a Brian (figlio di Ray) rivelano un profondo senso di colpa e un ruolo quasi sacerdotale. La performance di Bean, che comunica tantissimo senza quasi dire nulla, rende Jem affascinante e invita lo spettatore a guardare oltre la superficie. Se volete scoprire storie che vanno oltre l’ovvio, continuate a seguire Mister Movie per tutti gli aggiornamenti e gli approfondimenti sul mondo del cinema!