Contatore accessi gratis Morto Eli Wallach, Tuco in "Il buono, il brutto, il cattivo"

Morto Eli Wallach, Tuco in “Il buono, il brutto, il cattivo”

morto eli wallach

Tuco è morto. Eli Wallach, l’attore che impersonava il bandito messicano ne Il Buono, il Brutto e il Cattivo di Sergio Leone, è morto a 98 anni. La notizia è stata data dalla figlia Katherine al New York Times.

Nato a Brooklyn, New York, il 7 dicembre 1915 da una famiglia ebrea emigrata dalla Polonia, dopo essersi laureato prima in storia e poi in educazione, iniziò a recitare alla Neighborhood Playhouse di New York, per poi partire come soldato nella Seconda Guerra Mondiale. Al ritorno dal fronte si iscrive alla Actors Studio, ed i suoi “compagni di banco” sono attori come Marlon Brando, Montgomery Clift, Sidney Lumet e la moglie Anne Jackson, con la quale è rimasto spostato per 66 anni.

Nel 1945 il debutto a Broadway e pochi anni dopo, nel 1951, la vittoria del Tony Awards per la sua performance in La Rosa Tatuata di Tennesse Williams. Il debutto al cinema di Wallach è datato 1956 con il controverso Baby Doll. Da allora è stato uno dei caratteristi più famosi del cinema americano, interpretando sempre ruoli da villain e da pistolero violento. Nel 1966 Sergio Leone lo sceglie per interpretare quello che sarà il suo ruolo più famoso, ossia il Brutto del film con Clin Eastwood e Lee Van Cleef “Il Buono, il Brutto e il Cattivo”.

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Eli Wallach nella parte di Tuco in “Il Brutto, il Buono, il Cattivo”.

Ha continuato a recitare fin quasi ai suoi ultimi giorni, passando dal teatro al cinema alla televisione. Negli anni Sessanta interpretò addirittura il ruolo di Mr. Freeze nella serie Batman con Adam West. Wallach non si ritirò dalle scene nemmeno dopo essere stato colpito da un ictus, continuando a ricoprire piccoli ma importanti ruoli anche in film indipendenti. Nel 2003 l’amico Clint Eastwood lo chiamerà per Mystic River. In totale è apparso in più di novanta film, gli ultimi due usciti nel 2010: The Ghost Writer di Roman Polanski e Wall Street di Oliver Stone.

Articolo di Jacopo Braghiroli

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