Max Cavallari, in una chiacchierata a cuore aperto, ha ripercorso la genesi e i momenti più esilaranti della carriera che ha condiviso con l’indimenticabile Bruno Arena nei Fichi d’India.
Max Cavallari Senza Filtri: “Con Ahrarara e Tichi Tic Ho Comprato Casa” e il Lato Inedito dei Fichi d’India
Con la sua consueta ironia tagliente e una sincerità disarmante, ha svelato come quei tormentoni che hanno fatto sbellicare dalle risate un’intera nazione abbiano avuto un impatto sorprendentemente concreto sulla sua vita privata. “Con due battute ho comprato casa”, ha confessato senza filtri, riferendosi ai mantra comici “ahrarara” e “tichi tic”, due espressioni entrate di diritto nell’olimpo delle frasi cult italiane.
Ahrarara e Tichi Tic: Quando la Genialità Comica Paga… Letteralmente
Il celebre “ahrarara”, ha spiegato Cavallari, non è nato dal nulla, ma traendo ispirazione da un personaggio reale quanto pittoresco: un venditore di gioielli affetto da una marcata “erre moscia”, una figura che aveva catturato la sua attenzione per la sua singolare parlata. La sua esilarante caricatura si trasformava in un’improvvisazione comica che, con pochi elementi essenziali, riusciva a conquistare il pubblico. E tra le gag più memorabili legate a questo tormentone, Cavallari ha ricordato un aneddoto tragicomico: Bruno Arena che finì dritto al pronto soccorso dopo aver maldestramente tentato di infilarsi nel naso un finto topazio, senza poi riuscire a estrarlo.
La Comicità “Di Pancia” dei Fichi d’India: Un Tesoro Perduto?
Cavallari ha poi espresso una riflessione malinconica sull’evoluzione dell’umorismo nel panorama italiano. A suo parere, oggi si è smarrito un ingrediente fondamentale: “Noi facevamo ridere con poco. Era avanspettacolo puro. Ora si punta spesso sulla volgarità”. I loro sketch attingevano a piene mani dalla quotidianità, trasformando situazioni ordinarie in momenti di comicità istintiva e genuina, un umorismo accessibile a tutti, che non necessitava di filtri o di sofisticate intellettualizzazioni.
Fichi d’India: Un Duo Nato Quasi per Sbaglio, Cresciuto a Suon di Risate (e Qualche Scintilla)
Il sodalizio artistico che ha legato indissolubilmente Max Cavallari e Bruno Arena ha avuto i suoi albori nel lontano 1988, anche se il primo “incontro ravvicinato” tra i due non fu esattamente all’insegna dell’armonia. Si conoscevano da tempo, ma, a quanto pare, non si sopportavano granché: Bruno, essendo più grande, tendeva a escludere il giovane Max dai giochi all’oratorio, mentre quest’ultimo lo percepiva come un allenatore di basket arrogante e poco incline alla socializzazione. La vera scintilla (artistica, s’intende) scoccò durante un’estate a Palinuro, tra le atmosfere effervescenti dei villaggi turistici e le serate scatenate in discoteca.
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