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Freerunner – Corri o muori: La recensione

In ritardo rispetto agli Stati Uniti, il 13 luglio nelle sale italiane ecco una spericolata avventura che vi lascerà senza fiato. Ryan (Sean Farris) e un gruppo di amici partecipano di giorno e nel tempo libero a gare di freerunning spingendosi bel oltre i limiti della resistenza umana e alimentando il  giro di scommesse clandestine, mentre di notte sbarca il lunario spazzando i pavimenti dell’ospedale cittadino. Il suo sogno sarebbe quello di portare la sua fidanzata (Rebecca Costa) e suo nonno (Seymour Cassel) via dalle baraccopoli e tornare a vivere sulla costa. Ma durante una gara organizzata dal boss mafioso (Tamer Hassan), Ryan ed i suoi amici vengono rapiti e drogati e al risveglio si trovano con addosso dei collari esplosivi. Sono stati ingaggiati dal misterioso Mister Frank (Danny Dyer) per un torneo all’ultimo sangue e in diretta in cui facoltosi e loschi giocatori d’azzardo si collegano da tutto il mondo e scommettono sulla vita e l’eventuale morte per esplosione degli otto giovani partecipanti. Ryan ed i suoi amici, hanno appena novanta minuti per attraversare la città rispettando alcuni checkpoint obbligatori ed al vincitore spetterà un premio di un milione di dollari, mentre non ci sarà nessun secondo né nessun terzo posto. Tra i partecipanti alla gara c’è anche la fidanzata e Ryan farà di tutto per salvarla.

Freerunner – Corri o Muori segna il debutto alla regia del produttore e sceneggiatore Lawrence Silverstein, che come esordio sceglie un campo dove è già esperto e negli Stati Uniti è stato distribuito direttamente in versione home-video, visto il budget molto esiguo. E’ il classico action-movie estivo che cerca di coprire la mancanza di una trama molto prevedibile e già vista ed una recitazione appena sufficiente, velocizzando al massimo la regia, montando le sequenze  in modo più che frenetico e usando la spettacolarità delle scene di questa speciale disciplina, il freerunning appunto. Un appunto di merito va proprio al neo regista che riesce a miscelare macchina a spalla, split screen e riprese da svariate fonti video creando un grande effetto reality. I loschi milionari che scommettono sulle vite dei giovani con addosso i collari esplosivi, sono solo delle macchiette. Ovviamente indirizzato verso un pubblico molto giovane cresciuto a pane e reality, Mtv e soprattutto verso chi ha apprezzato il recente Step up 3D.

C’è da dire che la pellicola del regista Lawrence Silverstein mantiene ciò che promette e cioè essere un filmino d’azione senza tante pretese, da guardare in questi giorni di caldo canicolare e dimenticare in fretta, dove l’unico punto di forza sono le scene d’azione e tutti i limiti si vedono ad ogni sequenza a cominciare da una recitazione troppo sopra le righe, e qui la provenienza teatrale dell’attore Danny Dyer è davvero troppo forzata, fino ad arrivare ad una trama che prende spunti qua e là da Banlieue 13 di Luc Besson, all’inglese The Tournament (purtroppo ancora inedito in Italia), senza dimenticare l’omaggio al cult Battle Royale. In definitiva il film non è particolarmente riuscito, con poche idee e neanche ben realizzate, storia già vista, cast scadente a parte Sean Farris e regia che lascia a desiderare. A proposito il ragazzo è stato protagonista di  Never Back Down e The King Of Fighters, dove sicuramente aveva offerto una recitazione migliore, mentre il regista Lawrence Silverstein era già stato coinvolto come produttore in brutti filmetti d’azione come Bangkok Adrenaline o Forced To Fight con la “star” del genere Gary Daniels. Insomma a meno che non siate estimatori del freerunning la visione del film può benissimo essere evitata.

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