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Contraband – La recensione

Contraband, il nuovo film d’azione con l’ottimo attore Mark Wahlberg, esce nelle sale italiane mercoledì 25 luglio 2012. Il film è stato realizzato con soli 25 milioni di dollari, è  stato girato in una location poco abituale e conosciuta coma la zona portuale di New Orleans e punta molto sulla presenza di un cast affidabile e di qualità. Chris Farraday (Mark Wahlberg) era il miglior contrabbandiere della città prima di abbandonare l’attività per stare con la moglie Kate (Kate Beckinsale) e i due figli, ma a causa di un debito di 700.000 dollari del cognato, che è diventato l’ultima ruota del carro di un grosso giro di droga in mano al temibile boss della zona Tim Briggs, (Giovanni Ribisi), per salvarlo,  rientra nel giro.

L’unico modo di racimolare una cifra così importante in poco tempo è quello di portare da Panama agli Stati Uniti una grossa quantità di soldi sporchi, durante una frenetica corsa contro il tempo e con tanti colpi di scena. I suoi compagni sono pronti ad aiutarlo nella pericolosa azione, anche se tra loro si annida una talpa. Il film è il rifacimento Reykjavík-Rotterdam, uno delle pellicole più costose nella storia della filmografia islandese. Nel suo paese il film è stato molto apprezzato e ha avuto molto successo, così il regista e attore Baltasar Kormákur ha deciso di farne una specie di remake per il mercato internazionale. Nonostante quasi tutti gli indizi ci inducano a supporre di trovarsi davanti ad una trama già vista e scontata, se escludiamo il finale, ci troviamo davanti ad un film che, anche se non fa della suspence il suo punto di forza, riesce lo stesso ad intrigare lo spettatore, che durante la visione non si annoia mai.

Possiamo dire che lo schema del film è quello classico con il “buono”, che un tempo era “cattivo”, costretto a tornare a sporcarsi le mani per salvare il fratello della moglie che si è perso un carico di droga di 700.000 dollari. A modo suo il personaggio di Chris è un eroe, che per salvare la sua famiglia dall’ira del boss, deve per forza tornare a giocare sporco, anche se cerca sempre di farlo nella maniera più corretta possibile. Ci sono naturalmente, inseguimenti, scazzottate, droga e molte scene d’azione, ma il regista punta più sulla caratterizzazione del protagonista: un uomo che non è ancora riuscito a liberarsi del passato, che anche se non è propriamente un tema originale, qui viene certamente proposto senza orpelli e senza ricorrere a troppi escamotage. Nel seguire lo svolgimento degli eventi, non bisogna soffermarsi troppo tempo a pensare, bisogna invece prendere solo atto del loro succedersi e andare avanti. Oltre al protagonista, anche la caratterizzazione degli altri personaggi aggiunge sicuramente valore allo svolgimento della storia. Giovanni Ribisi, per esempio, interpreta il classico bullo che tenta di fare soldi facili e veloci con lo spaccio della droga, basandosi solo sul suo istinto e non badando ai giochi di potere che potrebbe scatenare; l’attore, secondo me uno dei migliori caratteristi in circolazione, dimostra di essere molto versatile tirando fuori una delle sue migliori performance.

L’unica forse a non brillare è la sempre bellissima Kate Beckinsale, forse qui in un ruolo che non le è molto congeniale e che la rende anonima; lei è la moglie di Chris, donna forte e degna del marito. Solo negli Stati Uniti la pellicola ha incassato 70 milioni di dollari, molto più del doppio dei costi di produzione e il film merita ampiamente il successo che ha avuto; non si tratterà di un capolavoro, ma di una pellicola intelligente e confezionata con molta lucidità, che evita troppi momenti di spettacolarità, puntando molto di più sulle tensione della trama e sulla recitazione degli attori. In definitiva un buon film, con grande ritmo e alcune trovate brillanti; alla fine cosa bisogna chiedere ad un film se non intrattenere in maniera piuttosto vivace, non annoiare e passare quasi due ore  senza accorgersene?

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