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Joss Whedon su Avengers Age of Ultron: “Il sequel mi ha distrutto!”

avengers-age-of-ultron-joss-whedonAncora una volta i Marvel Studios infrangono tutti i record con il loro nuovo capitolo Avengers: Age of Ultron, che insieme al primo capitolo The Avengers, con i suoi incassi titanici, ha sicuramente dato vita a una delle più grandi serie cinematografiche di tutti i tempi. Imponenti sono state le attese e anche la voglia dei numerosi fan che si sono lasciati emozionare e trasportare dal primo capitolo e che a detta di numeri del box office (con un guadagno che ha toccato gli 875 milioni ed è ancora in crescita), non sembra averli delusi. Ma dietro al grande successo di Avengers: Age of Ultron, c’è sicuramente il grande lavoro di Joss Whedon, che ripensando a ciò che ha fatto non può essere che soddisfatto per la sua creazione e per chi, con lui, le ha dato vita, ma allo stesso tempo distrutto da quest’impresa da “supereroe”, come egli stesso ha dichiarato:

“Sai, sono stati grandiosi! Perché Kevin (Feige, produttore di Avengers) sa quello che vuole e comprende quello che faccio. Ma li ho anche un po’ spinti. Ho detto: ‘Stiamo per fare queste folli sequenze oniriche; stiamo per andare in una fattoria e passarci un po’ di tempo; stiamo per fare qualcosa che si allontana un po’ dal centro della storia; stiamo per darvi il più grande film che avrete. Ma ho anche intenzione di ottenere qualcosa di eccentrico’. Alcune volte si è lottato, altre no perché hanno detto: ‘Ok, lo sai? Siamo terrorizzati, ma tutto questo te lo sei guadagnato.’ Molte battaglie si sono vinte, altre si sono perse, ma va bene. Ho avuto con me anche Jeff (Ford) e Lisa (Lassek), i miei montatori nel primo film, che più volte mi hanno salvato la vita. Il primo film è stato molto, molto, molto duro, ma questo è stato ancora più duro, e un po’ mi ha distrutto.”

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Dunque è lo stesso Whedon ad ammettere che, mentre il film procedeva senza intoppi, ha avuto un momento difficile, un crollo in cui ha iniziato a dubitare di se stesso e anche della sua creazione, dovuto alla grande pressione per questo sequel.

“Questa volta c’era molta più comprensione e fiducia; in Inghilterra la mia troupe è stata fenomenale, ma poi ho iniziato a sentire il peso di tutto questo, il peso di non voler essere una semplice apparizione, volevo che questo film fosse meglio del primo, non perché il primo fosse il miglior film di sempre, ma perché volevo essere migliore nel dirigerlo. Ho cercato di dedicare molto tempo alla sceneggiatura e lavorarci sotto ogni aspetto, perché che senso ha andare avanti se non offri qualcosa di nuovo? Tutto ciò è diventato un peso, e ogni volta sentivo nella mia testa una voce che mi diceva: ‘Ma questa è una grande idea?’. E all’improvviso sono arrivati dei dubbi che non ho mai avuto… Tutto questo mi aveva paralizzato, è terribile essere bloccato dall’indecisione o dal peso delle responsabilità, ma non potevo fermarmi e dovevo riprendermi. Questo è stato il lavoro più duro che abbia mai fatto, se ha funzionato EVVAI! Ma io lo guarderò sempre dicendomi: ‘Non lo so, Joss, avresti potuto fare di meglio? Avresti potuto fare di meglio.'”

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Nella sua lunga collaborazione con Marvel, Whedon è riuscito però a trovare il tempo nel 2013 di girare un adattamento cinematografico di un’opera di William Shakespeare: “Molto rumore per nulla (Much Ado About Nothing)”, e questo, come racconta il regista, è stato oggetto di alcuni scherzi da parte dei produttori.

“… Kevin e Jeremy (Latchcam) scherzavano dicendo: ‘Oh, c’è un lungo fine settimana, sei sicuro di non voler fare un film su Shakespeare?’. Quasi sembrava che mi pregassero e tutto ciò mi suonava come: ‘Magari lo rende felice e si calma.’ In ogni caso sono orgoglioso del film, ho lavorato duramente, e sono contento di tutti quanti… Questa creatura potrà essere pazza, ma è mia! È un po’ come Ultron: potrà tentare di uccidere tutti, ma la amo lo stesso!”

Per il momento il regista non è impegnato in nessun progetto futuro, e quasi sicuramente con Avengers terminerà la sua collaborazione con la Marvel.

Ormai ci si trova in uno di quei momenti in cui il nome del film può essere una pesante arma a doppio taglio non solo per la carriera, avendo la possibilità sia di distruggerti, sia di portarti sull’Olimpo, ma anche per la propria vita, riuscendo a toglierti, come è successo a Whedon, ogni certezza. Chissà se il suo successore sarà in grado di sopportare questa pressione e regalarci, ancora una volta, delle pellicole forti come quelle di Joss Whedon.

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