Contatore accessi gratis Ciak, si muore! Quando il set è maledetto

Ciak, si muore! Quando il set è maledetto

Ciak, si muore! Quando il set è maledetto

Ci sono storie dell’orrore che rimangono impresse nella mente e popolano gli incubi di chiunque le conosca.

Queste storie, narrate in lungometraggi più o meno riusciti, spesso s’ispirano a fatti realmente accaduti e spesso spalancano le porte a forze sovrannaturali incontrollabili che infestano i set cinematografici, così come le vite delle persone che vi hanno lavorato.

Si è sentito parlare spesso di set maledetti e, considerando le inquietanti vicende che hanno caratterizzato la realizzazione di molti film, anche i più scettici dovranno ammettere di avere qualche dubbio a proposito dell’esistenza di un mondo altro popolato di fantasmi, demoni e uomini neri. O forse si faranno una bella risata…

 1 – “Rosemary’s Baby” (1968)

Una giovane coppia si trasferisce in un palazzo nell’Upper West Side (NYC), i loro vicini sono gente strana dedita al culto del Demonio, il maritino (John Cassavetes) fa un patto con l’angelo caduto e la moglie incinta si ritrova a dover fronteggiare una lenta discesa nella follia…

Mai scherzare con il Diavolo perché potrebbe trovarlo divertente e rispondere alla provocazione. Di sicuro le persone che collaborarono alla realizzazione di questo film, non immaginavano che la vita di molte di loro sarebbe stata sconvolta proprio durante le riprese. Cominciamo con Mia Farrow, la giovane e ingenua Rosemary, che si è vista recapitare i fogli del divorzio dal marito Frank Sinatra direttamente sul set e ha dovuto mangiare fegato crudo in una scena particolarmente macabra, nonostante fosse una fervente vegetariana. Certo, questi non sono eventi attribuibili ad una maledizione, ma aspettate e vedrete. Dopo l’uscita dell’opera, uno dei compositori della colonna sonora, Kryzystof Komeda, morì a causa di un coagulo di sangue nel cervello, come uno dei personaggi del film. William Castle, produttore della pellicola, fu il primo ad affermare che il film fosse maledetto e morì d’intossicazione uremica. Ad un anno di distanza dalla fine delle riprese, Sharon Tate, moglie del regista, Roman Polanski, comparsa nella pellicola in un breve cameo, venne uccisa insieme ad alcuni amici dai membri della Famiglia di Charles Manson. Alcune macabre coincidenze, inoltre, legano il serial killer a “Rosemary’s Baby” infatti Manson era ossessionato dai Beatles e John Lennon venne ucciso proprio davanti al Dakota, palazzo nel quale venne girato il film mentre nel “White Album” è inclusa una canzone intitolata “Dear Prudence”, dedicata alla sorella minore di Mia Farrow. Ok, forse sono solo coincidenze ma secondo me Adam Kadmon non sarebbe d’accordo. Meditate, gente, meditate…

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2 – “L’Esorcista” (1973)

Poteva lo Dimonio non farla da padrone in un articolo del genere? Forse sì, ma non ce ne importa. Fatto sta che spesso, i film che lo mettono in mezzo si trovano a dover fronteggiare avvenimenti inspiegabili e decisamente inquietanti. Dunque, la storia bene o male la conoscono tutti: Regan MacNeil (Linda Blair), una bambina dodicenne, viene posseduta dal demone Pazuzu, una delle tante personificazione del Diavolo, ecc. ecc.

Perché il film sarebbe maledetto? Beh, tanto per cominciare, durante le riprese sono morte ben nove persone legate ai membri della troupe (a livello statistico, in verità, non mi sembra un dato rilevante…), Ellen Burstyn, la madre di Regan, si lesionò la spina dorsale durante una delle scene della possessione e si verificarono vari incidenti inspiegabili tra i quali alcuni incendi, tanto che il regista, William Friedkin, chiamò un vero prete per esorcizzare il set… Mah…

A parer mio, l’unica cosa maledetta fu la carriera di Linda Blair, mai decollata e legata per sempre al suo ruolo di bambina posseduta…

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3 – “Il Presagio” (1976)

Ed eccolo ancora, sempre lui e sempre in gran forma: Satana o meglio, l’Anticristo, che compare con le sembianze di un pargolo. E qui il gioco si fa duro. Come ogni produzione maledetta che si rispetti, le tragedie cominciarono ben prima dell’inizio delle riprese con il suicidio del figlio del protagonista, Gregory Peck. Lo stesso attore, il produttore Mace Newfeld e lo sceneggiatore David Seltzer, si trovarono diverse volte su aerei colpiti da fulmini e in un’altra occasione, il velivolo che la troupe avrebbe dovuto usare per fare delle riprese aeree, venne noleggiato da un altro cliente che morì nello schianto dello stesso insieme a tutti i passeggeri. L’albergo in cui dormiva il regista Richard Donner, venne bombardato dall’IRA. Il giorno dopo che la troupe ebbe girato alcune scene in uno zoo, uno degli addestratori venne sbranato da un leone proprio mentre altri addestratori, coinvolti nelle riprese, venivano attaccati dai loro cani durante la scena del cimitero. Il primo giorno di lavorazione molti membri della crew vennero coinvolti in incidenti stradali. E non è finita qui. L’incidente più macabro avvenne alcuni mesi dopo l’uscita del film quando John Richardson, direttore degli effetti speciali, mentre lavorava su un altro set, venne coinvolto insieme alla sua assistente Liz Moore in una grave sciagura. Richardson ne uscì vivo ma Moore venne brutalmente decapitata. Potrebbe trattarsi di una semplice coincidenza se non fosse che proprio Richardson fu il responsabile di una delle scene più truculente de “Il Presagio”, quella in cui uno dei personaggi viene decapitato da una lastra di vetro… Leggenda vuole che proprio nella strada in cui venne girata la scena ci fosse un’indicazione stradale che recitava “Ommen, 66.6 km”. Questo è un po’ difficile da credere ma il fatto che lo sfortunato sinistro si sia verificato un Venerdì 13 del 1976 è stato provato…

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4 – “Poltergeist” (1982)

Qui il Diavolo non centra più e a giocare sporco ci pensano degli spiriti maligni che rapiscono la figlia minore dei Freeling. La maledizione che sembra aver colpito la pellicola è stata attribuita da JoBeth Williams (mamma Freeling) alla decisione del produttore, Steven Spielberg, di usare veri scheletri nella scena della piscina. Very creepy… In realtà, la cosa non è mai stata verificata. E partiamo con le tragedie: Dominique Dunne, la giovane attrice che interpreta la sorella maggiore, venne strangolata dal suo ex fidanzato l’anno dell’uscita del film, a soli 22 anni. Nel 1988, Heather O’Rourke, la bambina rapita, morì a 12 anni a causa di un arresto cardiaco in aggiunta ad uno shock settico durante un intervento chirurgico. Will Sampson (il grande e grosso nativo americano comparso anche in “Qualcuno Volò sul Nido del Cuculo”, 1975) morì a 53 anni a causa delle complicazioni dovute ad un trapianto di rene mentre l’inquietante Julian Beck venne portato via da un cancro allo stomaco a 60 anni. Sampson, compì un esorcismo sul set per scacciare gli spiriti maligni. Oliver Robbins (Robby Freeling), gode tuttora di ottima salute, sebbene durante le riprese venne quasi strangolato dall’enorme pupazzo posseduto con le sembianze di un clown.

Nonostante le vicende legate alla pellicola, la MGM ha girato un reboot del franchise che dovrebbe uscire il 13 Febbraio 2015 ed essere interpretato da Sam Rockwell e Rosemarie DeWitt. Pare che la superstizione abbia abbandonato Hollywood…

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5 – “Ai confini della realtà” (1983)

La storia che sto per raccontarvi non è solo tragica ma decisamente non adatta agli stomaci deboli. Nel 1982, durante le riprese di uno degli episodi che compongono il lungometraggio in questione, accadde qualcosa di davvero terribile. L’episodio venne diretto da John Landis e il 23 Luglio, tre degli attori coinvolti persero la vita sul set. Vic Morrow e due attori bambini, Myca Dinh Le (7 anni) e Renee Shin-Yi Chen (6 anni), morirono a causa di un incidente che coinvolse un elicottero. Il velivolo era a soli 8 metri dal suolo e le esplosioni orchestrate sul set riuscirono a far perdere il controllo al pilota nonostante fosse un reduce del Vietnam (una parte della storia narrata era ambientata proprio durante la guerra nel Viet-fottuto-Nam). Ebbene, l’elicottero si schiantò e sebbene il pilota ne uscì incolume, lo stesso non si può dire dei tre sfortunati attori: Vic Morrow e Myca Dinh Le vennero decapitati dalle pale mentre Renee Shin-Yi Chen venne schiacciata a morte dalla carcassa.

L’incidente portò a molti cambiamenti nel modo di girare i film e per anni non vennero più impiegati stunts che coinvolgessero elicotteri fino a quando non si poté utilizzare la CGI (anni ’90). Vennero modificate le norme sul coinvolgimento dei bambini nei film e l’incidente troncò per sempre l’amicizia tra Landis e Steven Spielberg (autore di uno degli altri episodi), già arrabbiato con il futuro ex amico per la decisione di utilizzare munizioni vere per le riprese.

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6 – “Il Corvo” (1994)

In questo caso particolare, non è il film ad essere maledetto, quanto piuttosto la famiglia Lee. Andiamo con ordine: nel 1973, durante le riprese de “I tre dell’Operazione Drago”, Bruce Lee venne colto da un malore che lo portò sull’orlo della morte a causa di un edema cerebrale. Tre mesi dopo essere sfuggito all’abbraccio della mietitrice, Lee si addormentò per non svegliarsi mai più, dopo aver assunto un farmaco contro l’emicrania. A distanza di 40 anni, le vere cause della sua morte non sono state ancora accertate. Sebbene l’ipotesi più accreditata sia quella che attribuisce la sua prematura scomparsa ad una reazione allergica al farmaco, molti hanno sostenuto e tuttora affermano che la dipartita della stella d’oriente non sia stata una fatalità ma un vero e proprio omicidio. Nel 1994, ci pensò la morte del figlio, Brandon, ad alimentare le dicerie, quando anch’egli perì tragicamente mentre girava il film che l’avrebbe consacrato nell’Olimpo di Hollywood. Durante le riprese de “Il Corvo”, Brandon Lee (Eric Draven), girò una scena che prevedeva che il suo personaggio venisse colpito da un proiettile. Purtroppo, la finzione si tramutò in realtà, quando l’attore venne effettivamente raggiunto all’addome da una pallottola morendo poco tempo dopo. Come il suo personaggio, anche Lee avrebbe dovuto sposarsi da lì a poco.

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7 – “La Passione di Cristo” (2004)

Che Dio istesso non abbia apprezzato l’opera di Mel Gibson? Pare proprio di sì… Dopotutto anche Lui vuole avere voce in capitolo sulle opere che delle sue gesta narrano. E come avrebbe potuto manifestare il suo disappunto se non con dei fulmini? Imitando il fratello pagano Zeus, Dio ne ha scagliato diversi durante le riprese del film: uno ha centrato l’ombrello dell’assistente regista Jan Michelini, friggendogli un dito; un altro ha preso in pieno l’attore protagonista, Jim Caviziel, facendogli fumare le orecchie e colpendo per la seconda volta lo stesso Michelini (che fosse il prediletto del Signore?). Jim Caviziel, in aggiunta, dovette affrontare una sorta di passione personale poiché durante le riprese soffrì di ipotermia, polmonite, una lussazione della spalla e cadde pure da un carro. Come c’era da aspettarsi, il film diede adito a non poche controversie religiose per la crudezza delle scene e un messaggio vagamente antisemita (impossibile, considerando la persona tollerante che ha dimostrato di essere Mel Gibson…) e segnò una brusca battuta d’arresto nelle carriere di regista e protagonista.

Già, decisamente Dio non ha apprezzato…

Ciak, si muore! Quando il set è maledetto

Al di là delle possibili maledizioni, alcune abbastanza stiracchiate, è nella natura dell’uomo credere che certi eventi non siano solo coincidenze, ma episodi indissolubilmente legati dal fil rouge del destino.

Per quanto mi riguarda, non sono i demoni, i poltergeist o qualunque altra creatura uscita dall’armadio a funestare la vita delle persone, quanto piuttosto le menti superstiziose che non credono alla buona vecchia teoria della Profezia che si Autoavvera o alle famose Leggi di Murphy. Se pensi che qualcosa di brutto ti accadrà, molto probabilmente accadrà.

Dunque, meglio pensare positivo…

E tra l’altro, visto l’approssimarsi del concorso di MisterMovie.it sulle citazioni, ne ho messa una da qualche parte in questo articolo, giusto per fare un po di esercizio. Chi sarà abbastanza bravo da trovarla? Lo so, trovarla implica leggerlo tutto… Sono perfida, vero?

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